Bologna, gatti avvelenati e un capretto massacrato. Il caso arriva a Roma. La 44enne ha trasformato la casa dei nonni sull’Appennino in ricovero per animali maltrattati

by Riccardo Bruno, 27.06.2017

Non c’ è bisogno del cartello all’ ingresso per capire che è un rifugio per animali. Dietro il cancello corrono insieme cani, galline e oche, poco più avanti ci sono maiali, capre, asini e cavalli. Davanti all’ ingresso la colonia di gatti, una trentina. Proprio qui lo scorso 28 maggio Valeria Dall’ Oca, un destino nel cognome, che da sola gestisce questa piccola arca, ha trovato sui croccantini uno dei suoi gattini fatto a pezzi, dalla mano dell’ uomo a giudicare dai tagli. L’ ha fotografato e il giorno dopo è andata dai carabinieri. Non è la prima volta. «È da due anni che mi capitano cose strane – racconta lei, 44 anni, arredatrice d’ interni che tre anni fa ha trasformato la casa dei nonni sull’ Appennino bolognese in un ricovero per bestie abbandonate o maltrattate -. Prima mi hanno tagliato l’ acqua, poi hanno ucciso a bastonate cinque galline e un gallo, avvelenato tre gatti, massacrato un capretto di un mese. E un altro gatto l’ ho trovato decapitato». Valeria all’ inizio ha cercato di non dargli troppo peso, ma adesso ha paura. «Le mail che ho mandato ai carabinieri con le foto sono sparite dal mio computer. Sono sicura di non averle cancellate io per sbaglio». Il deputato emiliano Paolo Bernini, portavoce alla Camera del M5S, ha messo in fila tutti questi episodi e scritto ai ministeri di Giustizia e Difesa. Ieri era nella caserma dei carabinieri a Vergato per sollecitare le indagini. «È una donna sola che ha subito degli attacchi da ignoti – dice -. Ha anche denunciato casi di bracconaggio attorno alla sua abitazione».

Il rifugio è a 600 metri, sopra il paese, nella frazione di Prunarolo. Poche case attorno a un unico incrocio. La cascina dei nonni era la vecchia locanda che dava ospitalità ai viandanti. Lei ha continuato la tradizione dando da mangiare e dormire a quadrupedi e non solo. Ha iniziato con Azzurra, una cavalla di 27 anni che i vecchi proprietari avevano abbandonato in campagna. Con lei c’ è adesso Edy, campione del trotto a fine carriera, destinato chissà a quale fine. E poi 5 asini, come Nerone salvato dal macello e Isotta nata un mese fa. «Bimbi, venite qui!» li presenta Valeria, e loro arrivano. Ubbidienti come Peggy, una maialina vietnamita che era l’ attrazione di un ristorante. «Piatto principale a base di suino, lei stava sempre chiusa in un recinto». Valeria dedica a loro tutte le sue giornate. «Mi alzo alle 5 del mattino per pulire le stalle, finisco la sera alle 9. Nel frattempo realizzo progetti di arredamento, altrimenti non riuscirei a mantenerli». L’ anno scorso ha ridato impulso al Movimento per la tutela dell’ ambiente, che suo padre aveva fondato 25 anni fa, convertendolo a difesa degli animali.

«Quelli che hanno subìto abusi sono come le persone che hanno sofferto, hanno una sensibilità maggiore. Ti leghi a loro in modo incredibile». È vegana, ma per nulla integralista. «Io la carne la mangiavo, e mi piaceva pure». Ha un approccio sereno con chi non la pensa come lei. «È sbagliato fare barricate, l’ importante è conoscere cosa ci circonda. Poi ognuno fa le sue scelte». Sembra incredibile che qualcuno ce l’ abbia con lei.

https://www.corriere.it/cronache/17_giugno_27/valeria-che-salva-animali-cuccioli-uccisi-colpirmi-0b5982b0-5afc-11e7-bb78-6494f8772d0c.shtml

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *